
CER e CER-S: Cosa sono
Le comunità energetiche, sia CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) che CER-S (CER-Solidali), rappresentano ad oggi un metodo democratico per realizzare la transizione energetica, perché si basano sull’autoproduzione e l’autoconsumo ed evitano la dispersione energetica che avviene nel trasporto. Nelle CER è la comunità che decide democraticamente, in base alle peculiarità del territorio e nel rispetto dell’ambiente in cui vive, quali FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) installare, e non a scopo di profitto, ma a scopo di consumo.
Nelle CER infatti non si parla di impianti industriali che mandano in rete l’energia con lo scopo di creare profitto a qualsiasi costo. L’obbligatorietà nella costruzione delle CER, che si tratti di CER o di CERS, è di non costituirsi a scopo di lucro. L’unico intento è di produrre e consumare energia in loco, generalmente attraverso il fotovoltaico posto su parcheggi, tetti di abitazioni o di capannoni. Già questa produzione nel luogo del consumo rappresenta un notevole risparmio energetico dovuto dalla mancata dispersione in rete dell’energia; in rete, infatti, viene mandata solo l’energia non necessaria alla comunità.
La differenza tra CER e CERS, è che le CERS nel loro statuto hanno finalità sociali, come combattere la povertà energetica che può colpire famiglie e attività. Le CER, hanno comunque finalità comunitarie da statuto, che vengono decise di volta in volta dal CDA (Consiglio Di Amministrazione). Con gli introiti realizzati dal surplus di produzione una CER può ad esempio costruire nuovi impianti o stazioni di ricarica per bici elettriche.
Quella delle CERS poi, per gli enti locali può rappresentare una grande opportunità: oltre a poter dedicare gli utili a fini sociali, le CERS possono aggregarsi, costituendo distretti energetici, ovvero dei sistemi energetici integrati, per rispondere nel miglior modo possibile alle esigenze del territorio, con la possibilità di portare avanti una transizione energetica che nasca democraticamente davvero dal basso, con le persone che vivono i territori.
CER e CER-S, in sintesi, non rappresentano solo una scelta etica e democratica in termini di transizione energetica, ma anche un’opportunità concreta per ridurre i costi, destinando gli utili comunque a fini comunitari o sociali.
INFO PRATICHE:
La comunità energetica è di più facile costruzione quando tutti gli utenti e tutti i produttori che ne fanno parte appartengono alla stessa cabina primaria di riferimento. Della comunità energetica, infatti, fanno parte produttori e consumatori, ed entrambi da questa, potranno avere un ritorno economico con la valorizzazione dell’energia prodotta per i primi, ed uno sconto per l’energia consumata per gli altri.
È importante considerare che per partecipare alla comunità energetica come produttore, ed usufruire in questo modo delle agevolazioni, è necessario che gli impianti vengano creati dopo la costituzione della comunità o, se precedenti, che venga rifatto un nuovo allaccio con il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) dopo la costituzione della stessa; ci sono soluzioni per questo.
Qui la pagina del sito GSE dedicata alle “Configurazioni per autoconsumo diffuso”
Qui un filmato di %Attac sulla costituzione delle CERS
UN MODELLO INNOVATIVO DI COMUNITÀ ENERGETICA TERRITORIALE
(dall’intervento di Daniela Poli, UniFi, al Convegno di TESS)
La comunità energetica deve essere intesa come formazione sociale culturale ed economica che autoproduce localmente l’energia necessaria al suo fabbisogno valorizzando le risorse del territorio, tutelando al contempo i propri beni comuni territoriali ambientali e paesaggistici e riducendo così la propria impronta ecologica
(Bolognesi, Magnaghi 2020)
CARATTERISTICHE
° Produzione energetica da fonti rinnovabili integrata in un mix localmente definito caratterizzato da piccoli impianti, calibrato sulle risorse locali del territorio e coerente con i valori del patrimonio territoriale
° Mantenimento degli equilibri che regolano il funzionamento della bioregione, tra biocapacità (risorse ecologiche offerte dal territorio come acqua, terreni coltivati, boschi ecc) e impronta ecologica (consumo delle risorse e rifiuti)
° Comunità di abitanti con un ruolo attivo nella definizione e gestione del processo di transizione energetica del loro territorio verso l’autosostenibilità
° Comunità dinamica che non “accetta” trasformazioni guidate da forze esogene ma partecipa, interpreta, co-programma e co-progetta
° Valorizzazione del potenziale energetico che genera nuove opportunità di sviluppo per il territorio
Qui un buon esempio
ATTENZIONE ALLA SOVRANITÀ DELLE COMUNITÀ ENERGETICHE
È fondamentale prestare la massima attenzione alla sovranità delle comunità energetiche per garantire che non diventino un nuovo terreno fertile per sprechi e speculazioni future. Questo aspetto richiede una gestione oculata e trasparente, con meccanismi di controllo efficaci e partecipazione attiva dei membri della comunità.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario implementare:
Strutture di governance democratiche e inclusive
Sistemi di monitoraggio e rendicontazione trasparenti
Programmi di formazione per i membri della comunità
Regolamenti chiari per prevenire abusi e conflitti di interesse
Solo attraverso un approccio consapevole e proattivo possiamo assicurare che le comunità energetiche rimangano fedeli al loro scopo originario: fornire energia pulita e accessibile, promuovendo al contempo la sostenibilità e l'autonomia locale.
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